Nel linguaggio antico non era presente il colore blu?

In millenni di testi il colore blu non viene mai menzionato

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    "Perché il cielo è blu?", è una delle domande più comuni che si fanno grandi e piccoli. A meno che tu non sia dell'antica Grecia. E' strano perché il paese che ora è universalmente noto per i bellissimi tetti blu, le acque cristalline e la bandiera blu avrebbe una lunghissima storia con questo colore (fonte: SCIENZIATI subito, canale You Tube)

    Infatti se leggessi Omero, il famoso scrittore greco del VIII secolo a.C., noteresti che il colore blu non viene mai menzionato nemmeno una volta. Nelle migliaia di pagine dell'Iliade e l'Odissea il nero è menzionato 170 volte, il bianco 100, il rosso 13 volte, giallo e verde circa 10 volte ciascuno, ma il blu non viene mai citato. La cosa più strana è che Omero descrive le cose che normalmente definiremmo blu come, ad esempio, il mare come "è scuro come il vino", o in altri modi. Alcuni pensavano che forse gli antichi greci vedevano dei colori diversi da noi, o forse erano tutti i daltonici, ma oggi sappiamo che la visione dei colori si è sviluppata circa 30 milioni di anni fa; quindi non è così, ed è tutto ancora più assurdo di quanto si possa immaginare

    Quando storici e ricercatori hanno iniziato a studiare altre civiltà antiche hanno notato la stessa cosa, quasi nessuno di loro usava la parola blu. Dai testi islandesi agli antichi poemi epici indiani, risalenti a circa 4 millenni fa, agli antichi scritti cinesi, e anche la Bibbia ebraica originale, tutti loro non menzionavano il blu una sola volta; mentre si parla di nero, bianco e rosso, e molti inclusa la Bibbia menzionano anche il verde e il giallo. Ripeto non è che non parlano di cose che definiremo blu, l'oceano lo descrivevano come ampio, tempestoso, silenzioso, ma mai blu. E chissà come avrebbero descritto il colore dello sfondo di questo forum

    Verso la metà del 1800 quando i linguisti iniziarono ad analizzare la storia delle lingue hanno trovato qualcosa di strano. In ogni cultura il bianco e il nero sono i primi colori, poi compare il rosso seguito dal giallo e poi il verde, il blu tra questi è l'ultimo a comparire in diverse lingue e culture. Nel corso degli anni i ricercatori hanno scoperto alcune piccole eccezioni sull'ordine, ad esempio sul verde e il giallo, ma il rosso è sempre il primo e il blu è sempre l'ultimo. Allora perché questo ordine? Ci sono due teorie principali

    La prima è che il bianco e il nero aiutano a distinguere la notte e il giorno, chiaro e scuro, sono i più semplici e utilizzati, ogni cultura ha quelli. Poi il rosso che è spesso associato al sangue o il pericolo, anche il volto umano usa il rosso per comunicare. ad esempio quando arrossiamo o siamo stressati. Il verde e il giallo sono entrati a far parte della lingua per distinguere i cibi maturi da quelli acerbi. E il blu? Effettivamente ci sono pochissime cose blu con cui interagiamo, i frutti e gli animali blu sono piuttosto rari. La seconda teoria ci suggerisce che un colore entra a far parte della lingua nel momento in cui riusciamo a ricrearlo. Il rosso è il colore più semplice e reperibile, perché ad esempio basta prendere un pezzo di argilla secca e usarlo come un pastello. Pensa alle pitture rupestri, c'è molto rosso e nero. E il blu? E' uno dei colori più difficili da ricreare, per migliaia di anni nessuno lo aveva tranne gli egiziani, e avevano una parola per definirlo. Questo significa che gli antichi non potevano vedere quei colori prima che avessero una parola per definirlo? Non esattamente

    I primi umani avrebbero considerato i colori semplicemente come una tonalità di nero, bianco o rosso; sembra molto strano ma in realtà ci sono delle prove che lo confermano. Se guardi i 12 colori in figura nel riquadro a sinistra, riesci a individuare quello che è diverso? La maggioranza di noi non avrebbe dubbi, ma se mostriamo la stessa cosa a un membro del popolo Himba della Namibia, che non ha una parola per distinguere il colore blu, impiegherebbe molto più tempo per notare questa differenza. Al contrario, coi colori verdi sono in grado di notare più rapidamente la differenza che invece noi non avremmo notato così velocemente come nel caso del riquadro al centro. E questo perché hanno più parole per definire diverse tonalità di verde di quante ne abbiamo noi

    Verdi testo Verdi_2 testo Verdi_3

    Verso la fine del 1800 gli antropologi scoprirono che i nativi della Nuova Guinea descrivevano il cielo come nero o acqua sporca, e il che se ci pensi non è così sorprendente. Se prendiamo come esempio il selettore di colori di Photoshop vediamo che il blu scuro non è in realtà così lontano dal nero, ed è sufficientemente lontano anche dalle altre tonalità che chiameremmo ancora blu. Così il nero sarebbe stato un termine molto più ampio nel suo significato per gli antichi

    Fotoshop_1 testo Fotoshop_2

    E' un pò come queste a sinistra, sono tutte sfumature di rosso, non li chiameremmo necessariamente con nomi diversi. Ma questo a destra nel nostro caso lo chiamiamo rosa, anche se tecnicamente è solo un'altra tonalità di rosso, ma lo abbiamo classificato e di conseguenza le nostre menti lo considerano diverso. Ovviamente anche se non lo chiamassimo rosa potremmo ancora vedere che è un colore diverso, una tonalità più chiara, ma alla fine lo considereremmo come un tipo di rosso

    Red testo Pink

    Ora potresti pensare che tutto questo sia solo semantica, nel senso hanno nomi diversi ma non c'è differenza nel colore che vediamo. Ma la neuroscienza ha scoperto che non è così, e quello che sto per dirvi è strabiliante. Questo linguaggio allena il nostro cervello a vedere i colori in modo diverso. Ciò significa che ogni volta che abbiamo una nuova parola per definire un colore il cervello accentua le differenze tra questi colori, ci abituiamo a chiamare questi colori in modo diverso, e di conseguenza il cervello li vede sempre più come tonalità distinte. Senza una parola per un determinato colore, vedresti ancora il colore ma non lo noteresti, contestualizzeresti, allo stesso modo

    E' un pò come imparare una nuova lingua. All'inizio tutto appare e suona come una serie di parole senza senso, non puoi distinguere i verbi dai nomi, figuriamoci una parola dall'altra, ma col tempo il cervello inizia a distinguere e categorizzare il tutto notando sempre più velocemente le differenze. Non è che prima le parole erano diverse, ma una volta acquisita familiarità con esse inizi a vedere e sentire quelle parole in modo molto più chiaro. Praticamente è un pò come quando impari una nuova parola e all'improvviso la senti e la vedi ovunque, ma la verità è che probabilmente l'hai incontrata anche in precedenza ma non te ne sei accorto. E' un incredibile esempio di come i nostri fantastici cervelli ci hanno permesso di creare un linguaggio, il quale ha un impatto sulla funzione cerebrale e sulla nostra percezione del mondo che ci circonda

    Edited by Guerriera della Luce - 11/8/2023, 23:51
     
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  2. Nozomi (^_^)
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    Piuttosto singolare.
    Ci sono alcuni aspetti che sono piuttosto curiosi, forse dettati da aspetti culturali.

    Per esempio in Giappone, è proprio il contrario: non è mai esistito un kanji (in passato) per il colore verde.

    In passato, i giapponesi non distinguevano tra blu e verde.
    Il kanji per il blu è 青  青い *aoi
    Verde si dice, oggi, 緑 *midori e il kanji è usato di rado. Infatti si preferisce scrivere la parola in hiragana みどり

    Ma questa distinzione è recente. In passato verde e blu non si distinguevano, semplicemente erano chiamati entrambi AOI.

    Infatti ci sono molti nomi che a noi sembrano strani

    青森 aomori *foresta blu (ma si intendeva foresta verde).
    eccetera

    Il Giappone, inoltre, è l'unico paese al mondo ad avere i semafori con il colore blu (al posto del verde).

    semafori

    Edited by Guerriera della Luce - 23/6/2023, 12:12
     
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1 replies since 28/5/2023, 23:13   110 views
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